Il Festival dei Blog Letterari

7/8 Luglio 2012 - Thiene (VI)

Trentenni (8) di Flavia Amabile (La Stampa)

Venerdì 30 Marzo 2012 - 08:38
Trentenni

E’ vero, Roberto Del Buono ha ereditato un’azienda di famiglia a Chianciano Terme ma produceva vino sfuso per clienti della zona. Come è riuscito a portare le sue bottiglie fino in Cina passando per Stati Uniti ed Europa? 

Bisogna tornare indietro di 18 anni. Roberto ha appena finito il servizio militare, nel suo curriculum c’è una maturità scientifica e un biglietto per Londra. Tre mesi a imparare le lingue lavorando tra i bar e i pub della città insieme con alcuni amici e al ritorno a Chianciano avrebbe deciso che cosa fare da grande. 
Alcuni giorni prima della partenza muore lo zio, titolare dell’azienda insieme con il padre. Il padre si affretta a rassicurarlo: l’attività può andare avanti comunque, l’importante è continuare a studiare. 
Roberto straccia il biglietto aereo e in un anno rivoluziona la sua vita. Per mettere sottosopra l’azienda impiega un po’ di più, ma non troppo. Cambia i vitigni coltivati per puntare sulla qualità. Trascorre tre-quattro anni a tentare esperimenti fino a chiarirsi bene le idee su che cosa è necessario per fare quello che ha in mente. Pianta un insieme di vitigni locali con Cabernet e Merlot. Mette su il reparto imbottigliamento, elimina le vendite di prodotto sfuso e inizia a girare per il mondo come una trottola. 
Nel 2002 Roberto ha 28 anni e la scommessa della sua vita tutta da giocare: vuole portare le bottiglie all’estero, far finta che il mercato italiano non esista. Il padre non ne è molto convinto: il vino sfuso è stato per anni la fonte di guadagno dell’intera famiglia, eliminarlo gli sembra sicuro quanto un salto nel buio con triplo salto mortale. Il figlio difende la sua idea e parte. 
Oggi il suo vino è venduto in mezza Europa, in tre stati degli Stati Uniti che presto raddoppieranno, e persino in Cina. E suo padre si è dovuto ricredere e gli ha dato ragione. Il prezzo da pagare è alto: quattro-cinque mesi l’anno fuori Italia, il figlio e la moglie devono accontentarsi di vederlo tra un viaggio e l’altro. Ad aiutarlo in azienda c’è il padre e da un anno una terza persona perché in due è diventato davvero impossibile andare avanti. Il lavoro non finisce mai.
Per chi è alla ricerca di una strada, Roberto Del Buono ha un consiglio: “Bisogna sempre essere pronti a mettersi in discussione e cambiare tutto Vedo poi un’Italia molto triste. Proviamo ad essere positivi e a impegnarci ognuno nel nostro piccolo: qualcosa può succedere se lo facciamo tutti insieme”.
 

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