Alle 12,30? Il pranzo è servito!
Un altro pilastro della TV in Italia...
Un altro pilastro della TV in Italia...
Mister Ki: che cosa ti è capitato?
Vincenzo: mi sono trovato a parlare con alcuni colleghi, ma di altre case editrici, riflettevamo sul Salone di Torino.
K: è andato bene, vero?
V: bah, i numeri valgono poco a volte.
K: ma se avevo letto articoli positivi sull’edizione di quest’anno…
V: ti ripeto che i numeri valgono poco a volte, la crisi si vede, eccome se si vede.
K: certo.
... e gli Italiani li hanno ricambiati portandoli sempre nel cuore...
da: sandraraimondo@casavianello.it
Oggetto: Re: Partecipazione a k.Lit
Che noia, che barba, che barba, che noia!
Anche se Sandra sarebbe disponibile a partecipare, Raimondo vorrebbe stare a casa, c'è la partita. Sono stufa! Non ne posso più! Qui non succede mai niente, e per una volta che c’è qualcosa… in ogni caso, sarà per un’altra volta.
S&R
Mister Ki: dimmi.
Vincenzo: un nostro autore, con tre libri pubblicati, ha chiesto un anticipo di trentamila euro per il quarto. Gli abbiamo spiegato che non è possibile, che quelle cifre non sono contemplabili per autori che hanno i suoi numeri di vendite, ma solo per chi vende circa il doppio…
K: e lui?
V: e lui ha continuato la battaglia, dicendo che allora non abbiamo capito il suo potenziale, che lui lavora sul territorio con le promozioni, che ci mette soldi di tasca sua per girare con l’auto e con il treno fra decine di presentazioni e bla bla bla.
Si può arrivare a Sting anche iniziando a fare il barista nel locale di famiglia. A Nikita Cané è andata così. Mentre lavorava con il padre a Mal, in provincia di Vicenza, ha scoperto la musica, i concerti e ha iniziato a cambiare strada. Insieme con un amico ha messo su un bar dove si suonava dal vivo poi ha abbandonato del tutto le origini e ha aperto un’azienda di impianti luci e audio.
Come non invitare chi ha inventato e fatto crescere la TV in Italia?
Mister Ki incontra un collega della stessa casa editrice, colui che decide il trattamento economico degli scrittori.
Mister Ki: quanto, scusami?
Vincenzo: ottomila euro.
K: non male per uno che ha pubblicato un solo romanzo…
V: dipende dai punti di vista, ma la sua casa editrice non lo molla e lui non capisce nulla di queste cose, non ha neppure un agente.
K: certo che è proprio un pirla eh.
V: lo è, avrebbe una casa editrice grande che lo sostiene, un anticipo che per uno che si trova nella sua posizione è più che ottimo…
Angela: pensa al padre di Leopardi, a come nascondeva certi libri al figlio, un metodo semplice ma che funziona.
Mister Ki: credo di non avere capito.
A: ogni anno, in autunno, rielaborando la tecnica in versione scolastica, parlando coi ragazzi di libri, faccio una lista di dieci testi che sconsiglio, che non devono assolutamente leggere, che la conseguenza è diventare brutte persone, attacco la lista sul muro. Ogni anno invento approcci nuovi e cambio lista.
K: e loro?
Almeno ventimila bambini italiani hanno conosciuto Ambrogio Scognamiglio e difficilmente lo dimenticheranno: qualcuno gli ha tenuto la mano, qualcuno ha sorriso mentre parlava, qualcun altro lo ha pregato di non andare via. Ha 31 anni e solo un diploma di maturità scientifica Ambrogio, ma in tanti non saprebbero come fare senza di lui, il clown-dottore che regala l’allegria ai bambini malati di Roma. Entra negli ospedali e trasforma il dolore in un istante di gioia.