Il Festival dei Blog Letterari

7/8 Luglio 2012 - Thiene (VI)

Il presente ed il futuro dei blog letterari secondo Marco Giacosa

Venerdì 30 Novembre 2012 - 14:58

 

Piccolo esperimento, che ha una premessa, alcune ipotesi, e lascia al lettore analisi e discussione.
La premessa è questa: rientrato da Thiene avevo l’idea che il gruppo di amici con cui parlo di letteratura e romanzi – in generale di libri e cinema, cioè di storie –, quasi nessuno salito in Veneto per ragioni perlopiù geografiche, questi amici mi davano l’idea di non aver compreso appieno cosa fosse realmente accaduto, in termini letterari quindi tecnici, in quella due giorni estiva.
Questo nonostante avessero seguito l’evento, fossero cioè informati su cosa ci sarebbe stato e su cosa è effettivamente accaduto, nonostante resoconti e reportage che sono convinto abbiano avidamente letto.
Le ipotesi sono queste: i miei amici sono uomini e donne eterogenei per età e affini per interessi, buona in casi ottima cultura generale, livello elevato di studi, quasi nessuno professionista del settore editoriale, lettori forti, sono tutti potenziali lettori di blog letterari, potenziali commentatori, animatori di discussioni, sono pubblico potenzialmente facile da avvicinare, insomma altrove si direbbe a un venditore che se non chiude un contratto con questo tipo di clientela potenziale, caro venditore puoi quasi cambiare mestiere.
L’esperimento è questo: siccome i miei amici sono radunati su un gruppo facebook, ho lanciato loro l’argomento e ho atteso 24 ore. Il gruppo facebook è composto da una cinquantina di persone, di cui permanente attivi sono una ventina. Nel termine delle 24 ore può quindi essere accaduto così: qualcuno non ha letto; qualcuno ha letto ma non commentato; qualcuno ha letto e commentato.
Il testo che ho scritto in quel gruppo è stato: “Dico «Presente e futuro dei blog letterari». Cosa risponde un pubblico attento?”, questione lasciata volutamente apertissima, giacché l’intento del piccolo esperimento è proprio questo: capire cosa arriva a un pubblico attento ma non impegnato professionalmente.
Ecco cos’è stato scritto.
 
Vigeva una volta il principio di autorità
E commentava solo chi aveva celebrità
Nella giurisprudenza imperava la legge delle citazioni
Papiniano, Gaio e Ulpiano dirimevano le questioni
Era diffuso un sapere verticale
Tramandato dal mondo clericale
La cultura poi si è laicizzata
Non più dai preti inculcata
Nel Novecento vi era “dittatura intellettuale”
Benedetto Croce era unico attore e sensale
Internet e il web 2.0 hanno stravolto tutto
La gente può parlare e interagire di brutto
Ognuno scrive e racconta cosa vuole
Sulla rete fluttuano tante parole
In tal modo il sapere è divenuto orizzontale
Circolano idee e novità in campo editoriale
Se sa in Italia con la cultura nun se magna
Le banche e la finanza son la vera cuccagna
Il futuro delle case editrici è in bilico
La grande distribuzione manco lo dico
Ingloba tutto e soffoca le giovani menti
Che divulgano sui blog idee evidenti
Senza di essi vi sarebbe la dipartita
Di questa letteratura che è vita.
(Beatrice)
 
Li frequento poco. In genere, mi pare che i blog siano in crisi. C'è stato un momento in cui la propria identità in rete era costituita dal proprio blog. Il social network ha spezzato in due i blog. FB è una comunicazione più facile, meno impegnativa. Bene. Ma allora il blog per sopravvivere deve divenire più specialistico, dev'essere un minimo professionale. Boh? Dovresti fare una bella navigata, vedi i blog letterari migliori. Giretto anche all'estero. È anche da vedere se è andata avanti la faccenda dei romanzi collettivi in rete, della letteratura fatta a più mani nei blog ecc. (Guido)
 
Non mettere il mio commento, è scritto col culo... (Guido)
 
Un titolo così presuppone un'analisi non da poco. Già sarebbe sufficiente scrivere del presente, o al limite del futuro, ma entrambi! Io sono troppo poco esperta per dare un'opinione sensata. Il futuro sul web è un termine di difficile definizione, può essere un minuto o un'ora dopo. E magari fra un anno chissà (Simonetta)
 
L'anno scorso mi hanno inserito in un gruppo sui blog di architettura italiani. Non c'è un analogo per i blog letterari? (Guido)
 
Io veramente non ne so nulla. Di blog letterario conosco quello di Giacosa e del gruppo di cui fa parte, se non erro, pure Gerardo. Sul Romanzo mi sembra bello...soprattutto perché ha anche un'agenzia letteraria. Ecco se proprio devo dir qualcosa: di solito vedo molte iniziative legate più che altro al desiderio di sfogare una grafomania in cerca di pubblico; niente di male peraltro, però si resta ininfluenti se non si utilizza il web per scardinare vecchi meccanismi di circolazione delle idee e se non si incide sul mercato (in qualsiasi accezione del termine). Sotto questo profilo l'agenzia letteraria unita al blog è un'ottima idea. Molti scrittori dell'Einaudi storica erano anche funzionari della casa editrice... quel modello è risultato incompatibile con il modello di "commerciante di libri" oggi imperante. Va presa qualche idea da lì secondo me... Non vedo Bobi Bazlen del web al momento. Sono andato abbastanza fuori tema? (Mauro)
 
Seguo pochissimi blog letterari: Nonsoloproust e Minima&Moralia sono i miei preferiti. Prima seguivo anche Vibrisse e altri, poi mi sono un po' stufata. Il blog che ho su WordPress è tutta un'altra cosa, lo gestisco per lavoro. (Elena)
 
Per me che ho un profilo letterario medievista-rinascimentale e specializzazione sulle criticità della firma digitale come autenticazione del documento contemporaneo, l'aspetto più rilevante dei blog è quello di un'orizzontalità del sapere. Orizzontalità che vuole dire sì diffusione di idee, ma anche "grafomania in cerca di pubblico". (Beatrice)
 
"Orizzontalità del sapere"... mi piace!! È una bella definizione, la trovo molto appropriata. (Elena)
 
Il problema poi è che la grande distribuzione e il ruolo prettamente commerciale che hanno assunto oggi le case editrici ostacolano una letteratura di qualità che diviene di nicchia e che nessuno pubblica. Blog come quelli di Genna, di Mozzi, di Minimumfax, di Sul romanzo, di Giacosa hanno l'intento di diffondere una letteratura ed un approccio letterario all'esistenza. Sarebbe poi interessante parlare del blog come strumento di partecipazione politica e di idee che divengono fermento e si fanno movimento. Vedi il blog di Grillo. E conseguente repressione della libera espressione in rete nei paesi mediorientali o arabi. Lo Stato non investe nella cultura, non supporta le onlus, le associazioni culturali che vogliono ancora testimoniare con le loro riviste periodiche il nostro sapere. 
Con internet e in particolare il web 2.0, il sapere si fa orizzontale ed immateriale, poiché si diffonde non più solo su un supporto cartaceo. Questa è la grande rivoluzione che internet ha creato e che ci vorranno ancora decenni per studiare e consapevolizzare adeguatamente. In questa cornice vanno inseriti i blog letterari e non solo, l'ebook, il web semantico (rdf ad esempio), i linguaggi di marcatura xml e poi html. (Beatrice)
 
Preferisco i giornali di carta i blog mi sanno di carta pesta (Corrado FC)
 
Il termine blog letterario è già un controsenso, basta scorrere la lista dei vincitori del Campiello, l'ultimo premio letterario ancora in piedi per capire che la letteratura in Italia non esiste più da molti anni. Non è rimasto niente, niente di niente.
Il termine letterario ricorda invece i pazzi letterari dell'enciclopedia di Queneau, ma questi sono pazzi e basta. Siamo al punto di vale tutto, quindi anche il sito di Elena qualcosa di letterario dovrà pur averlo, mi rifiuto di credere il contrario. (Paolo)
 
Scadute le 24 ore questa è la discussione e questo il piccolo esperimento: materiale per domande – a seconda da dove si osserva – e risposte che lascio a voi interessati.
 
Testo di Marco Giacosa
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Commenti

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